College

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Federica Moro era (ed è) una sgnacchera incredibile; Miss Italia nel 1982 (...mica un anno qualunque) e 15° a Miss Universo l'anno dopo, arriva al cinema praticamente subito dopo il titolo di più bella d'Italia. Nel 1983 è già con Celentano in Segni Particolari: Bellissimo. Successone e film molto divertente. L'anno dopo, sempre sotto l'egida di Castellano e Pipolo, la Moro è la protagonista di College. Non esattamente un film capolavoro; se per l'epoca poteva forse reggere, rivisto oggi è un disastro. La storia, plagiata a immagine e somiglianza del telefilm L'Albero Delle Mele (The Facts Of Life) - le prime cinque stagioni furono trasmesse da Canale 5 tra l'83 e l'86, era quello della signora Garrett, della bellissima e biondissima Blair, della patita dei pattini a rotelle Tootie, della simpaticona e cicciabomba Natalie e della maschiaccia Jo - vede un collegio femminile confinante con i cadetti dell'accademia navale. Tra le due fazioni sono schermaglie amorose continue e dispetti goliardici, fino all'ovvio stra-happy ending. Leader indiscussa delle girls (le Gabbiane, dal nome del collegio) è la stratosfericamente bella Federica Moro, orfana riccona il cui patrimonio è amministrato dallo studio notarile Kramer, Kramer & Kramer. Capobanda dei cadetti è Christian Vadim, figlio di Roger Vadim e Cathrine Denevue. Gli anni '80 sono stati l'epoca dei Pierre Cosso, degli Anthony Delon, dei Danny Quinn (figlio di Anthony), figli più o meno "d'arte", e Vadim è stato l'ennesimo. Buono forse giusto per un erotico di quart'ordine di Ninì Grassia, aveva un faccia del tutto inespressiva ed un fisico da spazzolino da denti che nemmeno lo rendeva così sexy. Tuttavia di film ne ha fatti ed è tutt'ora in attività. E tuttavia in College è inspiegabilmente lo spasimante (ricambiato) della Moro. Pure lui è un riccone, ma lo rivela all'amata solo sul finale del film.

A ben guardare, tolta la patina iper giovanilistica e superficiale della storiella (che più esile non si può), College si caratterizza per dei "valori" piuttosto perbenisti; c'è una tiritera moralista sull'aborto, i protagonisti principali appartengono alla borghesia bene, se non proprio all'aristocrazia, le ragazze son tutte educande fuori e mignotte dentro, i ragazzi sono tutti guasconi irresistibili, poi ci sono le uniformi militari e le buone maniere. Preso per quello che è, il film va bocciato su tutta la linea, oltre ad essere totalmente vacuo nei contenuti, non si difende nemmeno su dialoghi e sulla recitazione, pessimi in entrambi i casi; così come stupisce la sciatteria registica del duo Castellano e Pipolo, altrove assai più brillanti. 90 minuti in cui il ritmo e la verve sono assenti ingiustificati e nei quali invece abbondano trovate insulse e moscerie varie. E' tutto molto stupidino; la Moro è costretta continuamente a ripetere battutine che sarebbero sembrate puerili persino in bocca a (il mio amico) Arnold, le sue compagne sono una mandria di mancamentate, mentre i cadetti, dediti unicamente al culto del ciuffo, sono vessati da un sergente di colore parodia della parodia. Su tutto questo si stagliano (si fa per dire) le figure del capitano di vascello George Hilton (una volta attore di un certo peso del nostro cinema di genere....) e della direttrice del collegio Milla Sannoner. Da segnalare anche la presenza di un giovanissimo Riccardo Rossi . Le musiche (agghiaccianti) sono opera nientemeno che di Claudio Simonetti, con tanto di canzone omonima il cui ritornello ti si inchioda in fronte e ti trasforma in un paninaro degli magggici Eighties.

C'è pure la maniaca delle rotelle, solo che qui, invece di essere una simpatica afroamericana, si tratta della discreta Antonella Sperati. Ogni ragazza ha una sua (minimalissima) caratterizzazione, c'è la morta di sonno con la evve moscia, quella che dorme con la molletta al naso perché non gli si allunghi, quella che ha una sola battuta in tutto il film ripetuta a mo' di tormentone ("allucinoggeno!"), e c'è anche qui un'afroamericana che più che altro mostra un fisico invidiabile. La scena cult che rimane del film è il ballo delle collegiali con i cadetti, che parte con un classico valzer per poi sbracare nella disco; le ragazze rimangono in un attillatissimo body celestino, e sono diverse quelle che sfoggiano un fisico di grande interesse geologico (leggi: tettonico). College emana un suo fascino kitsch e stracult al quale difficilmente un cultore di "un certo cinema" può rimanere indifferente. E poi c'è la Moro, che tanti film non li ha fatti, quindi, purtroppo, bisogna godersela per quel poco che il mondo di celluloide ci ha regalato. Castellano e Pipolo non resistono al gusto dell'autocitazione, ce ne sono due: il poster di Adriano Celentano nella camera della Moro e della compagna Rita Polic Greco, e più avanti la Moro che guarda in tv proprio Segni Particolari: Bellissimo. Il film darà origine alla omonima serie tv, andata in onda tra l'89 e il '90 per un totale di 14 puntate, e che conserverà solo la Moro e George Hilton del cast, oltre alla canzone "College". In anni recenti si era parlato di un ritorno alle origini per la Moro, che pare avesse intenzione di recuperare il suo personaggio (non so se per un nuovo film o una serie televisiva), ma ad oggi i rumors sono morti.

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