Conan The Barbarian

Conan The Barbarian
Conan The Barbarian

Tremebonda rivisitazione del Conan howardiano fatta a cura di mr. remake Marcus Nispel, eh si perché questo pare specializzato nel prendere la roba altrui e rifarla a modo suo (The Texas Chainsaw Massacre, Frankenstein, Venerdì 13). Dopo un'attenta visione posso sentenziare senza tema di smentita alcuna che John Milius può continuare a dormire sonni tranquilli, nessuno sotto gli 8 anni si sognerà mai di considerare questo Conan il "vero" Conan, ma neppure se paragonato a Conan Il Distruttore (1984) o a Yado, anziché all'originale Conan Il Barbaro (1982). Nispel ha praticamente volgarizzato il personaggio howardiano per i lettori di Moccia, in sintesi i 100 minuti di pellicola girati da questo grande genio visionario si possono tradurre così. Con tutta la buona volontà del mondo, non c'è modo di salvare una patacca simile. Ogni 5 minuti c'è una citazione (leggi: appropriazione indebita) di qualche altro blockbuster hollywoodiano: Pirati Dei Caraibi, Indiana Jones, Il Signore Degli Anelli, Il Quinto Elemento, Matrix, persino A Nightmare On Elm Street (le unghie a rasoio della strega Marique), e almeno altri 20 film. A guardar bene secondo me, da qualche parte c'è pure Fast And Furious: The Tokyo Drift. Ma guardate quella locandina poi, contro chi diavolo sta combattendo Conan, contro dei soldati giapponesi medievali sullo sfondo dello sbarco in Normandia?!

Sconvolgente poi l'aderenza di Nispel al testo letterario, siccome gli hanno spiegato che Conan è una roba cruenta, epica ma crudele, insomma non puoi fare gli elfi con le orecchine a punta che colgono le margheritine nella prateria a braccetto coi puffi, allora lui ha deciso che ad ogni spadata inferta da Conan (che ovviamente combatte a colpi di taekwondo, arte notoriamente diffusa in Cimmeria) dovevano schizzare in cielo almeno 5 ettolitri di sangue, come se invece che colpire un povero cristo avesse centrato un gavettone di emoglobina. La credibilità di Jason Momoa, soprattutto se rapportata a Arnold "un uomo nato per essere Conan" Schwarzenegger, è risibile, in gergo da campini di calcio del doposcuola si direbbe un "cappotto" completo. Momoa è agghindato come un wrestler di ultima generazione, con le sopracciglia rifinite modello ballerino di Amici, un'epidermide perfetta che fa concorrenza a Paris Hilton, il capello finto-selvaggio in realtà scolpito dai più grandi scenziati dei Laboratoires Garnier, pose da combattimento ultraplastiche, e nonostante questo va in giro a far battute da rude barbaro tipo "ti lamenti come una femmina". La femmina del film è lui, visto che per ridursi come è ridotto ci vuole un mese di internamento in una beauty farm 5 stelle ed un personal trainer rigorosamente gay, altro che Conan.

Eccellente anche la resa dell'alter ego femminile di Conan, una monaca che vive in un tempio un po' greco un po' tibetano (si sa, gli americani sulla storiografia son sempre andati un po' alla cazzo), che da mille anni predica la pace, la non violenza, il culto della vita e dell'amore tra i popoli. Ecco, questa sacedrotessa dell'armonia universale, dopo 5 minuti che ha conosciuto Conan rotea la spada sulla testa come fosse Xena la Principessa Guerriera, trapassa i nemici godendo come un berserker e li affoga nel sangue senza pietà. Poi si rivolge al suo bellissimo guerriero e gli chiede se anche lui non creda che le azioni degli uomini siano guidate dagli Dei, al che Conan risponde: "m'importa sega"...boom, è amore folle, la rivelazione di un'esistenza altrimenti vuota e inutile, la risposta più romantica che una donna vorrebbe sentirsi dire dal proprio uomo. Cazzo ha praticato l'ascesi per tutto 'sto tempo, e invece la cosa più figa è girare Hyboria sventrando e squartando gli stronzi, yeah! Chiaro che dopo questa convergenza spirituale avvenga anche l'unione carnale, per cui il saggio Nispel ci piazza lì una trombata del tutto gratuita e tutto sommato abbastanza esplicita, visto il taglio caciarone e fumettistico dato al film...ma le tette son tette!

Vabbè, sei arrivato quasi in fondo, c'è lo scontro finale col cattivissimo Khalar Zym (il Thulsa Doom della situazione...e anche qui, povero James Earl Jones!), botte, stonfi, spadate, esplosioni a dismisura, finché: 1) Conan abbatte il megaultrasupadupa stregone semplicemente scalzandogli da sotto i piedi un asse del ponte di legno e facendolo cadere nell'abisso (...eh??); 2) di corsa fuori dalle caverne perché tutto crolla, saluto in 5 secondi netti alla figa appena salvata; 3) arrivo alle rovine del vecchio villaggio di Conan dove lui si inginocchia ripensando al padre ucciso da Khalar Zym e bon, fine. Nispel si è proprio rotto i coglioni negli ultimi 10 minuti, quindi ha tirato via il più possibile per finire 'sta cosa. La storia con la monaca Tamara (sese, monaca come no.....) pareva debba sostituire nell'immaginario collettivo quella di Rossella O'Hara e Rhett Butler, c'è pure la parentesi di kamasutra barbaro, e poi invece i due si salutano come fossero il Mascetti e la Titti all'uscita da scuola: "Ciao merdaiolo, ci si vede ai solito posto domani alla mezza!". Complimenti vivissimi a Nispel e ai produttori di questo film, che immagino già stiano lavorando a sequel, prequel e trequel. Arnold ti prego torna, prima che a qualche mentecatto venga in mente di rifare pure Red Sonja con Rihanna.

Trailer ufficiale

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