Italian Fast Food

Italian Fast Food
Italian Fast Food

1986, erano i tempi nei quali la tv poteva prestare al cinema un'operazione sgangherata e improvvisata come Italian Fast Food, costola del Drive In e nemmeno quello di prima fascia. Nel film diretto da Lodovico Gasperini (ma sul quale c'è la longa mano dei Vanzina Bros e persino di Ezio Greggio) ci sono i Trettrè, Sergio Vastano, Enzo Braschi e Pistarino, alcuni dei quali già non facevano ridere al Drive In, figuriamoci in un istant movie senza sceneggiatura e girato con povertà di mezzi. Una bocciatura senza appello dunque? Naaaaa, sarebbe ingiusto, Italian Fast Food rimane pur sempre quello che è, lo specchio dei tempi, televisivi e non. Anni '80 e colonialismo americano, nell'economia da jet set (il rampantismo yuppies), nel cibo (il fast food), nel look (il brand, anzi "la marca", come si diceva allora, dei capi d'abbigliamento....Best Company, Timberlake, Moncler, El Charro, etc.), nella pubblicità imperante.

Il film è sostanzialmente diviso in due tronconi, una prima tutta incentrata nel fast food, con la presentazione dei personaggi: i Trettrè che si occupano della gestine del locale con tutti i loro microconflitti interni scanditi a colpi di tormentoni "comici" estenuanti e napoletanità macchiettistica; Vastano cliente fisso, che si inerpica nel suo solito stereotipo del calabrese bocconiano smidollato; Pistarino - meno caratterizzato, e per questo anche meno opprimente - che fa le consegne in tempi record. Poi c'è la bella Susanna Messaggio (Lui È Peggio Di Me è l'unico altro film in carriera), praticamente vestita come le maggiorate del Drive In, con tanto di balconata sempre in vista, che è una cameriera frustrata dal desiderio di sfondare come attrice, e che in ogni situazione rivede una scena di un celebre film hollywoodiano (di cui recita le battute a memoria). Dal minuto 38 cambia la prospettiva, ci spostiamo fuori dal locale (il Wendy's di via Moscova a Milano, poi acquisito da McDonald's) dove stanziano pigramente i paninari guidati dal Gran Gallo, King of Cucadores, Enzo Braschi, che ripropone il suo personaggio televisivo. I paninari trascorrono la giornata oziando, esprimendosi come decerebrati con un gergo fatto di slogan e scioglilingua ("Uè sfitinzia arrapation, ma lo sai che mi acchiappi un casino? Ma lo sai che se ti cucco tra il chiaro e lo scuro ti rivolto come un guanto? Ti sparo in bocca un bacio Moulinex che ti smeriglio la lingua e ti cancello tutte le papille gustative"), reclutano nuovi adepti, si compiacciono beotamente del proprio status, ma soprattutto sono in guerra dichiarata con i punk (Giusti nel suo Dizionario Stracult sbaglia imperdonabilmente chiamandoli "pizzettari"....andiamo!). Non che i punk siano ritratti come più intelligenti, è una guerra tra bande di sottodotati disadattati che terminerà con grandi compilation di schiaffazzi ai danni dei paninari, pure rinchiusi al gabbio (e dal quale si tireranno fuori solo grazie alla telefonata che Braschi farà alla mammina perché interceda presso l'influente padre per l'ennesima volta).

Nel frattempo la Messaggio sostiene provini su provini, tutti sfortunati, Vastano sbaglia esami all'università e si rende ridicolo ad una festa di grandi industriali, Pistarino perde ogni occasione possibile per andare con una donna. I suoi siparietti sono quelli più divertenti a mio parere; dapprima presso lo studio fotografico, dove quasi approfitta di Lisa Stothard (quella che invece di avere il corpo "terrific", lo ha "very fic"), quindi arriva a casa di due spostati sadomaso in crisi coniugale per questioni di corna. Gli apre la porta una impossibile Anna Galiena, vestita come neanche Dyanne Thorne nei nazierotici di Ilsa (un ruolo che immagino la Galiena rinnegherà fino alla tomba); anche in questo caso, solo all'ultimo Pistarino realizzerà che le cose non sembrano destinate ad andare come lui sperava (....e giù frustate!).

Musiche anni '80 a martello pneumatico, gag ripetute pari pari come al Drive In, nessuna reale velleità cinematografica  se non quella di replicare il più velocemente possibile la tv sul grande schermo. Allo stesso tempo tutto questo può risolversi anche in chiave positiva, attribuendo al film una innegabile vena spensierata, allegra, ed anche nostalgica per chi ha vissuto gli anni del Drive In e le felpe della Best Company le ha indossate per davvero (anche senza un gergo schioppettèscion di corredo). Brevi apparizioni per il mitico Isaac George, Antonio Allocca (recentemente scomparso), Antonello Fassari e Riccardo Rossi (le cui fanatiche imitazioni di Carlo Verdone bene o male sono entrate nella storia del cinema di genere italiano). Incomprensibile invece il riferimento al "cameriere Serafino" che si fa nel retrocopertina del dvd CG, criptico personaggio inesistente nel film e che invece, scopro, "sognerebbe di sfondare come attore nella neonata tv commerciale"...ah si? Il film è stato ritenuto di così alto contenuto culturale che la Bocconi non ha dato il permesso di girare nei suoi locali, e la scena dell'esame di Vastano, con prologo nel cortile, pare sia stata girata alla Statale.

Trailer ufficiale

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