Jurassic Park

Jurassic Park
Jurassic Park

Vi dico una cosa sola, Jurassic Park lo avrebbe potuto dirigere Tim Burton...rendiamoci conto di cosa sarebbe potuto accadere ad uno dei film più grandiosi nella storia dell'entertainment hollywoodiano se una tale potenza di fuoco fosse finita tra le grinfie di quel nerd darkettone. Avremmo avuto probabilmente Johnny Depp e Helena Bonham Carter al posto di Sam Neil e Laura Dern, ed un parco che anziché assomigliare ad una lussureggiante isola sperduta alla William Golding, sarebbe sembrato una fetecchia paludosa uscita da un b-movie di Ed Wood incrociato col maniero della Famiglia Addams, abitato da dino-pupazzini zombie ricuciti con l'ago e filo e con le smorfiette tenere tenere. Prima che il libro fosse ancora pubblicato, Michael Crichton avanzò pretese non negoziabili per un compenso pari 1,5 milioni di dollari, oltre ovviamente ad una percentuale sugli incassi; Warner Bros (con Burton alla regia), Columbia (che proponeva Richard Donner) e Fox (con Joe Dante) furono bruciate sul fotofinish dalla Universal, che assegnò il lavoro a Steven Spielberg. Crichton si prese ulteriori 500 000 dollari dalla Universal per curare l'adattamento cinematografico del libro. Quindi fu il turno del comparto effetti speciali: modellismo, lattice, robotica, animatronic, go-motion, digitale, computer-generated-imagery, spinti là dove nessun uomo (né dinosauro) era mai giunto prima. Jurassic Park è stato uno di quei film landmark nel campo degli FX che ha ridefinito lo standard al quale tendere, il livello di sofisticazione e complessità a cui erano giunti gli studios, fino al successivo step che qualche altro film avrebbe poi istituito (e infatti è arrivato l'Oscar, assieme a quello per il sonoro e per il montaggio sonoro).

Due anni e mezzo di sola pre-produzione, 3 settimane di girato effettivo in esterna alle Hawaii (il film però è ambientato dalle parti del Costa Rica) e poi agli Universal Studios per gli interni. La sceneggiatura venne modificata in corso d'opera, a seconda delle difficoltà tecniche che si paravano davanti (ad esempio il climax finale col Tirannosauro). Per dare un'idea della mole di lavoro basti dire che inserire i dinosauri nelle riprese dal vivo comportava un lavoro di circa un'ora per fotogramma, renderli verosimili nell'azione dalle due alle quattro ore per fotogramma, e realizzare la scena del T-Rex sotto la pioggia ha significato lavorare oltre sei ore per fotogramma. Montaggio e post-produzione del film sono stati realizzati sotto la supervisione di George Lucas, anche perché, terminate le riprese, Spielberg volò in Polonia per girare Schindler's List. E questa è sempre stata la magia di Spielberg, riuscire a passare dall'intrattenimento più puro ed "infantile" (sebbene al costo di una professionalità titanica) all'impegno civile assoluto. Dai dinosauri ai nazisti, senza perdere una virgola della sua capacità di grande narratore. Da Amistad a Lo Squalo, da Il Colore Viola a Indiana Jones, da La Guerra Dei Mondi a Lincoln, da Hook a Munich, Spielberg ha sempre saputo dividersi tra queste due polarità opposte, intrattenimento e serietà, divertimento fanciullesco e drammaticità. C'è chi polemicamente identifica Spielberg con l'aspetto più deleterio e commercialmente semplificatorio di Hollywood, io non sono mai riuscito a vederla in questi termini; a mio parere Spielberg è stato ed è tutt'ora il più grande narratore di storie che il cinema abbia avuto, segnatamente per ragazzi. La sua visione del mondo della fantasia e delle infinite potenzialità creative dei "ragazzini" è genuina, autentica, come fosse quella di un vero teenager (vanno in quella direzione anche tanti film che ha prodotto, vedi I Goonies, Gremlins, Ritorno Al Futuro, Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?, eccetera). Se dovessi scegliere a chi far raccontare una storia ai miei bambini prima di metterli a letto, beh, quel cantastorie sarebbe Steven Spielberg. Sebbene da un punto di vista critico ed oggettivo, altri registi siano probabilmente superiori a Spielberg (naturalmente Kubrick, per dire il più ovvio) rimane il fatto che, a livello affettivo, Spielberg è l'autore americano al quale mi sento in assoluto più legato, un regista in grado di catturare e giocare con la mia emotività come solo un padre saprebbe fare col proprio figlio, secondo quel misterioso legame empatico inscindibile che li lega dal momento della nascita.

Jurassic Park è solo un altro miracolo del papà dello Squalo e di E.T., una bellissima fiaba morale sulla meraviglia incommensurabile della Natura e sul pericolo di sfidarne le leggi, in preda alla hybris che dai tempi del giardino dell'Eden assedia gli uomini. Ogni frame di Jurassic Park è magnificenza visiva, si prova quello stesso stupore dei bambini nel momento in cui il gigantesco cancello del parco si apre al nostro passaggio, e T-Rex, Velociraptor, Dilofosauri e Triceratopi si mostrano ai nostri occhi in tutta la loro devastante potenza. Ottimo il cast, un po' troppo figo magari il personaggio di Jeff Goldblum (il matematico rockstar) e un po' troppo in ombra (ancora) il futuro Jules Winnfield di Pulp Fiction e Mace Windu del primo episodio di Guerre Stellari (mi riferisco a Samuel L. Jackson); perfetta la coppia di protagonisti Sam Neil/Laura Dern, un eccellente nonno visionario Richard Attenborough. Wayne Knight (il creatore dei sistemi informatici del parco) e i due nipotini di Attenborough poi sono l'approdo naturale del cinema di Spielberg, tutto rivolto ai ragazzi, ovvero rispettivamente: il cattivo della situazione (goffo e imbranato) e i due teenager, centro dell'universo avventuroso immaginato da Spielberg. Dentro ci sono le tematiche genitori/figli (si veda le difficoltà "paterne" di Sam Neil), il complesso rapporto con la tecnologia e la ricerca scientifica, l'avidità, l'etica, il senso del limite e del rispetto, e soprattutto della scoperta. Il sonoro è fondamentale nel film, tanto quanto l'aspetto visivo, poiché spesso e volentieri sono le vibrazioni del terreno o le "voci" dei dinosauri ad annunciare la loro comparsa, oppure ancora tanti piccoli dettagli, come il prodursi di onde concentriche in un bicchiere d'acqua. Molte le scene memorabili, quelle "da cineteca", come l'assalto dei Velociraptor nelle cucine e nella sala da pranzo del Centro Visitatori, la corsa di Sam Neil e dei ragazzi tra i dinosauri in campo aperto, i ruggiti del Tirannosauro, la battaglia finale tra quest'ultimo e i Velociraptor, un po' iconica ma di sicuro effetto (con tanto di striscione che cade già al rallenty).

C'è chi ha inteso sottolineare con un po' di spocchia le incongruenze scientifiche, inesattezze e licenze poetiche varie sulle quali Wikipedia si dilunga ampiamente. Evidentemente lo spirito del film non era quello di gareggiare col National Geographic, ma di scaraventarvi per un paio d'ore in un mondo ai confini della civiltà (già il semplice fatto che il dna incompleto dei dinosauri - ricavato dalle gocce di sangue succhiate da una zanzara fossilizzatasi nella resina - venga mescolato ed integrato con quello dei rospi, la dice lunga sull'attendibilità scientifica di un film che, ovviamente, sarebbe attaccabile sotto mille aspetti, però dico....potremmo pure abolire tout court il cinema fantastico e d'avventura e faremmo prima, ma a che pro?). L'accoglienza della pellicola fu entusiastica, buone critiche, dinomania all'ennesima potenza, influenze riverberate ovunque e incassi faraonici. C'è chi si è preso la briga di sottolineare come il film sia estremamente riduttivo rispetto al romanzo, il che è assolutamente vero ma anche del tutto ininfluente, primo perché la cosa è legittima, normale e fisiologica, secondo perché l'autore del libro è anche l'autore della sceneggiatura, terzo perché il film sta tranquillamente in piedi così, quarto perché nulla mi vieta di leggere il libro e godere della sua aurea complessità. La drammatizzazione ha le sue necessità e, soprattutto, un autore, in questo caso Spielberg, ha tutto il diritto di portare quella storia dove meglio crede. Il botteghino poi dirà la sua. E l'ha detta, altroché se l'ha detta. Nel 2013, in occasione del suo ventennale, il film è stato gonfiato in 3D e ridistribuito in digitale.

Trailer ufficiale

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