La Vedova Del Trullo

La Vedova Del Trullo
La Vedova Del Trullo

Terza ed ultima regia di Franco Bottari, dopo una lunga carriera da scenografo, architetto di scena, arredatore, costumista ed anche sceneggiatore (ha firmato tra gli altri, Nude Si Muore, Quelli Della Calibro 38, Ondata Di Piacere, Labbra Di Lurido Blu). Già il precedente Voglia Di Donna (1978) era stato un erotico, evidentemente a Bottari il tema allettava, e come dargli torto. Stavolta la protagonista arriva direttamente dal Crazy Horse parigino, anche se è italianissima, torinese, si tratta di Patrizia Novarini, aka Rosa Fumetto, prime mover del mondo erotico televisivo italiano. Dopo delle pellicole erotiche sul finire dei '70, in Rai conduce il varietà sexy Il Cappello Ssulle 23; incide 45 giri di successo, posa per Playmen, è il primo sedere della pubblicità di intimo Roberta (che poi consacrerà la Hunzicker) ed ha aperto scuole di strip tease. La Fumetto insomma aveva le carte in regola per essere un'ottima vedova del trullo.

A Sammichele di Bari come ogni anno si sta per celebrare la festa patronale; per l'occasione torna al paese Nicola (Renzo Montagnani), con la bella moglie Maddalena (Rosa Fumetto) per approntare a titolo gratuito i fuochi d'artificio, in nome del voto che il gelataio trasferitosi in America ha fatto al santo. Stavolta però ci lascia le penne, folgorato in azione, e Maddalena si ritrova sola e vedova a Sammichele. La donna, determinata, tenace e volitiva, ottiene di essere ospitata e mantenuta a spese della comunità, avendo suo marito dato la vita i compaesani. Inizia così una novella dello stento, durante la quale la donna viene fatta girovagare nel tentativo di tamponare la troppa sensualità che emana. Inizialmente accasata preso un trullo, monumento cittadino, vien poi spostata nella canonica di Don Bonifacio (Carlo Giuffrè), il quale tra mutandine di pizzo nero stese col bucato e docce a porte aperte non sa più come sopportare il dolce supplizio. Quindi Maddalena si trasferisce in un appartamento di proprietà un ricco borghese - che la chiede invano in sposa (la donna ha fatto voto di fedeltà al defunto marito) - in cambio di un aiuto al figlio Marco, che sta preparando l'esame di maturità, e che contestualmente ha anche bisogno di iniezioni ricostituenti. Maddalena, col suo diploma da infermiera, accetta di buon grado. Qui però scatena le gelosie della fidanzata del ragazzo (Margie Newton, accreditata come Margie Moreau), mentre il giovane cerca in tutti modi di ottenere l'amore di Maddalena. In tutto questo si inserisce l'arrivo in paese di uno speleologo, a lavoro su delle cave di estremo valore storico artistico nella campagne circostanti. L'uomo è il sosia sputato del fu Nicola (ed infatti è sempre Montagnani ad interpretarlo); non impiegherà molto a fidanzarsi con Maddalena (non prima però che la donna abbia finalmente concesso al giovane Marco una notte d'amore, facendolo diventare un uomo).

Tutto gira intorno a Rosa Fumetto protagonistissima femminile assoluta dei 93 minuti di pellicola. La vediamo scorrazzare continuamente in paese, a bordo di un motorino bianco, con vestitini che, smossi dal vento, le scoprono le cosce. Di piccola statura, con un caschetto nero molto alla Crepax, il trucco marcato sul volto ed una fisicità prorompente anche se non particolarmente burrosa, la Fumetto non andava a segno per delle forme pronunciate, non era la classica maggiorata insomma, quanto piuttosto per una spiccata femminilità affinata in anni di striptease franzoso. Bottari le concede più di una scena audace, le smanie notturne vagheggianti il marito morto, nonché i primi tentativi di approccio con Marco e poi l'amplesso vero e proprio che i due consumano in camera da letto. Per il resto è tutto un vedo/non vedo, nella migliore tradizione della commedia sexy, qui sublimata da alcuni dei suoi protagonisti come Montagnani, Giuffrè e Carotenuto. Montagnani è più defilato del solito, e la sua interpretazione di Nicola è assurdamente segnata da un accento meridionale, che dovrebbe essere pugliese ma che Montagnani non riesce proprio a fare, infilandoci dentro delle calate più sicule che baresi. Va molto meglio quando mette i panni del toscano, col prof. Luigi Granini. Carotenuto è il solito ottimo caratterista che contribuisce a rendere più ruspante la storia, idem dicasi per Giuffrè, attore a tutto tondo. Ci sono pure Nino Terzo, maresciallo dei Carabinieri, con la sua consueta parlata aspirata, e Sandro Ghiani, nel curioso ruolo di un tizio che non spiccica parola (e che piglia gli schiaffoni perché parla troppo). Citazione a margine per la Newton, qui davvero giovanissima, protagonista di un solo nudo (non integrale), rivolta allo specchio. Non ancora la clamorosa bomba sexy che si vedrà ne La Puritana (dove pare anche decisamente più generosa nelle forme). Un po' fallocentrica la filosofia che soggiace al film, con la Fumetto che deve rendere uomo l'adolescente col testosterone incontenibile: in particolare c'è una scena della doccia dove la Newton si confida con un'amica, e questa la rassicura dicendole che sarebbe molto meglio se Marco andasse a letto con la vedova, così imparerebbe tutto quello che c'è da sapere e poi potrebbe "spenderlo" con la Newton rendendola felice (che poi è esattamente quel che succede). Una mentalità non esattamente femminista.

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