Le Hostess

Le Hostess
Le Hostess

Di hostess al cinema ce ne sono state tante, e pure in tv. La recente serie Pan Am per esempio, quella con Christina Ricci, era davvero molto carina, anche se gli americani non l'hanno apprezzata granché visto che è morta subito, alla prima stagione (appena 14 episodi). Sul versante opposto, mi vengono in mente quelle di Up Up And Away (intitolato in italiano Le Hostess Del Sesso), capitanate da Gynger Lynn, assai meno garbate e ben più spigliate del personale anni '60 della Pan Am. Anche laddove non abbiano dei film completamente dedicati a loro, le hostess hanno avuto ruoli importanti, si pensi a tutta la serie catastrofica degli Airport (4 pellicole in tutto dal '70 al '79), e di conseguenza quelle demenziali della parodia L'Aereo Più Pazzo Del Mondo (con relativo sequel). Poi ci sono tutte quelle dei film sui dirottamenti aerei, che siano dei drammoni che si rifanno alla cronaca (di recente, United '93) o degli action che si ispirano più o meno (o per niente) alla cronaca (per dire, Delta Force).

E poi c'è Die Stewardessen (1971), ribattezzato da noi semplicemente Le Hostess, pellicola svizzera realizzata un po' alla maniera degli shuldmadchen report. Erotismo di marca exploitation, facile facile, rapido rapido, indolore ma allegrotto. Col pretesto delle hostess qui abbiamo un manipolo di ragazze che, come i marinai, città che vanno uomo che trovano. Idealmente le ragazze in uniforme si passano la staffetta l'un l'altra, onde per cui, per ogni hostess, abbiamo una città ed un'avventura sessuale (o più di una). Senza alcuna altra implicazione. La trama è un florilegio di avventurette, raccontate in prima persona a mo' di docu-film, nessun sottotesto se non un banale carpe diem, ogni lasciata è persa, e le ragazze qui non lasciano proprio nulla, neppure le briciole. Mentalità svedese, disinibita, cosmopolita, aperta a qualsiasi esperienza (anche se questa "esperienza" poi è sempre la stessa). Gli uomini non ci fanno una gran figura, carne da macello, vecchietti che si addormentano, machi muscolosi un po' tonti, stalloni che disattendono le attese. Le ragazze comunque non si scoraggiano e sono sempre pronte a ricominciare da capo. Con la scusa del film nel film, tra i fotogrammi di Le Hostess ci scappano anche pezzi hard, ad esempio quando le protagoniste sfogliano riviste di quel genere per trarre ispirazione, o quando guardano assieme ai propri compagni un filmetto osè, col risultato che mentre gli attori amoreggiano in primo piano, sullo sfondo i dettagli sono molto "precisi" e "puntuali".

Il regista Erwin C. Dietrich è una vecchia conoscenza di Cineraglio, dato che mi ci ero già imbattuto in occasione del nazierotico Fräuleins In Uniform; nello stesso anno e con lo stesso cast de Le Hostess gira pure Blutjunge Verführerinnen (altro stracult del genere erotico sempre con Ingrid Steeger). Le Hostess esiste in due versioni, una tagliata e lunga 70 minuti, una integrale e lunga 79, il dvd Stormovie pare offra quella integrale, o perlomeno io ho visto quella, e di roba "censurabile" ce ne sarebbe stata in effetti. Il filmetto non è proprio niente di che, ma ha quel tono spensierato, vuoto e scioccherello che ben dispone alla visione senza troppi perché. Le ragazze sono un po' alla nordica, piallate come truciolati componibili Ikea, ma la moda mitteleuropea all'epoca era quella, per avere più burro e margarina bisognava scendere a sud, in Italia, o tutt'al più transvolare oltreoceano, a casa di Russ Meyer. Alcuni dialoghi del film non hanno il doppiaggio in italiano (magari quelli in corrispondenza delle sequenze censurate).

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica