The Karate Kid – La Leggenda Continua

The Karate Kid – La Leggenda Continua
The Karate Kid – La Leggenda Continua

Remake ardito con Jakie Chan a fare il Pat Morita della situazione e il figlio di Will Smith a fare Daniel-San. Vengono tenuti fermi gli snodi narrativi del plot ma tutto il resto è rivisto. Quindi abbiamo: 1) il ragazzino vessato da altri ragazzini bulli; 2) la fidanzatina che gli dà la sveglia; 3) il vecchio maestro di kung fu che a vederlo non gli daresti uno yen ma che invece sotto sotto spacca; 4) la scuola dei kungfuisti cattivi senza pietà; 5) l'iscrizione al torneo per levarsi dalle palle i bulli e sfidarli una volta per tutte sul tatami ufficiale; 6) la sfida con conseguente vittoria, ovviamente col colpo segreto della cimice monca urlante del Fujiyama impestato. Ora, dato che The Karate Kid 1984 era discreto (Avildsen alla regia, quello di Rocky), l'operazione poteva presentare rischi soprattutto se a fare il protagonista ci metti un dodicenne nero rasta figlio di papà e con la faccia da pizzicotti che tira fendenti di kung fu a Pechino. Poi ci butti dentro la musica rap, lo skate, le pose alla 50 Cent.... insomma, andrà a finire male quasi sicuramente. E invece no. Il film regge, il figlio di Smith è un attore nano, Jackie Chan, beh signori, è Jackie Chan e qui si mette totalmente al servizio della storia, il kung fu è reso da Dio. Non c'è "metti la c'era, togli la c'era", ma c'è "metti giacchetto, togli giacchetto", stessa cosa, vedetelo e mi darete ragione. E quando il piccoletto capisce che quella banale e noiosa sequenza di azioni significa il cuore del kung fu, le lacrime mi sgorgavano già copiose dagli occhi turgidi. In un attimo ho rivissuto l'infanzia.

Poi c'è il torneo, che qui è parecchio pompato in stile PlayStation, viene dipinta una Cina che va da un estremo all'altro, dalla zozzeria povera e scarcagnata nelle strade, al torneo super hi-tech. Già perché il film tra l'altro è ambientato in Cina e non in America, il che rende credibilissimo il ragazzetto nero in giro per Pechino. Insomma il torneo naturalmente porta alla sfida finale buono contro cattivo, con il maestro brutal che intima la frattura della gamba (etica sportiva bye bye) e conseguente prova morale di Dre-San (si chiama così) che, su una sola gamba, batte il bulletto feroce con grande concentrazione zen e feralità rettile. E tutti: abbravo, abbravo! Dai, è bello il nuovo Karate Kid, gliene puoi trovare milleduecentonovantaquattro di difetti o sboronate, però alla fine ti prende.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica