Thunder 2

Thunder 2
Thunder 2

Thunder 2 non arriva subitissimo dopo il primo, trascorrono ben 4 anni tra i due film, e lo scorrere del tempo si legge anche sui volti degli attori; Mark Gregory è meno ragazzotto e più uomo, volto più duro e squadrato, anche se non si fa alcuna fatica a riconoscerlo nei panni di Thunder il pellerossa navajo. E la sua interpretazione di un nativo americano diventa abbastanza impressionante, perché il palestrato romano ha sempre più il phisique du role di un vero figlio di Manitù. Su soggetto di Dardano Sacchetti, Fabrizio De Angelis torna a dirigere le imprese del'eroe perseguitato e assetato di vendetta. La storia per certi versi ripete abbastanza fedelmente quella del primo Thunder, con una sola novità, però di sostanza, adesso Thunder è un poliziotto. Non è roba da poco, badate bene, perché viene un po' meno la ragione sociale del personaggio. Nel primo film l'indiano è un ammasso di muscoli ma assai naive, che tenta di ostacolare quello che lui giudica un vero e proprio sopruso, la profanazione della sua terra da parte di ruspe e banche; per aver osato tanto, viene braccato senza pietà dallo sceriffo e dai suoi sgherri, il potere costituito lo prende di mira e cerca dapprima di metterlo a tacere, poi di eliminarlo fisicamente tout court. Thunder insomma capisce che la Polizia non sta lì per difendere i più deboli ma per massacrarli qualora questi si frappongano al supremo potere della Finanza. Il film termina col navajo dato per morto, che scappa via dalla sua riserva; se ne deduce che, data l'esperienza, Thunder covi tutt'altro che fiducia e simpatia per la Polizia. E invece, quando per l'ennesima volta torna alla riserva, lo fa da agente di pubblica sicurezza, assegnato dai suoi superiori, guarda caso, proprio alla città dalla quale era dovuto sfuggire per non essere accoppato.

Nel film non si fa alcuna menzione al percorso esistenziale che avrebbe portato Thunder a scegliere di diventare poliziotto. "Se non puoi combatterli fatteli alleati?" - potrebbe essere stata questa la motivazione della scelta di vita di Thunder? Potrebbe...non ne sappiamo niente però, e il film inizia col suo ritorno per le strade della riserva. I vecchi agenti sono sempre lì, sempre col grungo incarognito e i pregiudizi in abbondanza nei confronti dei pellerossa. Con Rusty poi Thunder ha un conto in sospeso. Scoperto che nella riserva gira la droga, Thunder capisce anche che è proprio Rusty il poliziotto corrotto che alimenta il traffico; ma anche Rusty capisce che Thunder ha capito, e così lo incastra facendolo finire in gattabuia. Per tutta risposta, l'irriducibile Thunder evade e fa macelli in città (tanto per cambiare). Per colpa di un inseguimento in elicottero, la jeep che portava la moglie di Thunder incinta cappotta, e il feto muore nell'incidente. Motivo in più per far scorrere il sangue nelle valli desertiche dell'Arizona e regolare i conti in sospeso una volta per tutte. - SPOILER: finale identico al precedente, Thunder viene creduto morto dopo un tuffo infinito di millemila metri e, nel silenzio generale, fugge via con sua moglie verso un nuovo e più futuro sereno (...ma noi sappiamo che un anno dopo ci sarà Thunder 3, anche perché l'ultimo fotogramma vede lo sceriffo puntare il pick up che si allontana con il fucile e fare fuoco).

Difficile dare un giudizio che non sia un copia/incolla di quello formulato per il primo Thunder. I due film sono similissimi per quanto riguarda la sceneggiatura, identici per quanto riguarda location, scenografie ed ambientazione. I personaggi non variano di una virgola da un punto di vista psicologico. Le uniche differenze stanno nei colori di guerra che stavolta Thunder si tinge esplicitamente addosso nel momento in cui dissotterra l'ascia di guerra, nei muscoli sempre più pronunciati, nella supercar fuoriserie rossa e nera che sfreccia per le vie dell'Arizona. C'è un ubriacone avvocato che nel primo film non c'è, ed è quello incaricato sistematicamente di andare a parlamentare con lo sceriffo (sempre Bo Svenson) in favore di Thunder. Sceriffo che stavolta si schiera moralmente dalla parte di Thunder, ma che non riesce a contenere le iniziative peronali del corrottissimo Rusty, per via di non meglio precisati "problemi personali"). I dialoghi sono risibili lungo tutto il film, di una banalità e di una faciloneria disarmanti, ma andiamo, chi è che intende muovere questo tipo di critica ad un film come Thunder? Sarebbe come ordinare un piatto di fagioli all'uccelletto al ristorante e poi recriminare che nottetempo le flatulenze hanno appestato il talamo. Poco credibile il rigurgito buonista di Thunder che davanti alla occasione di far pagare finalmente tutte le colpe a Rusty decide di graziarlo; non torna col personaggio e non dà la giusta soddisfazione nemmeno allo spettatore, che da una storia come quella e da un personaggio come Thunder non si aspetta gesti di alta democrazia progressista, ma colpi di accetta spaccacranio assestati con gioiosa esuberanza del deltoide. Criptico anche il colpo di scena finale con lo sceriffo che sembra rimangiarsi la sua attitudine solidale con Thunder...ma ne riparleremo in occasione di Thunder 3.

Trailer ufficiale

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